“Supponiamo adesso che un giorno un elicottero sorvoli questa comunità e lanci 1.000 dollari dal cielo, che, ovviamente, verrebbero frettolosamente raccolti dai membri della comunità. Supponiamo inoltre che tutti siano convinti che questo è un evento unico che non sarà mai più ripetuto” (M. Friedman, The Optimum Quantity of Money, 1969).
Questa provocazione dell’economista Milton Friedman risale al 1969 ed ha introdotto nel dibattito economico il concetto di Helicopter Money. Secondo Friedman, se tutte le politiche tradizionali di politica monetaria non dovessero funzionare e non si riuscisse a trasmettere denaro dallo Stato all’economia reale, allora si potrebbe ricorrere alla distribuzione di denaro gettandolo da un elicottero, determinando così un aumento dell’inflazione e stimolando la crescita. Si tratta di un’opzione effettivamente percorribile? Potrebbe essere una risposta efficace per contrastare gli effetti della crisi in atto? Sappiamo che alcuni economisti, banchieri centrali, centri studi pubblici e privati ed alcune istituzioni universitarie ne discutono. Anche la business community sembra seguire con attenzione il dibattito. Nel 2002 Ben Bernanke suggerendo alla Bank of Japan di stampare denaro per finanziare un taglio delle tasse in modo da distribuire la moneta direttamente sull’economia di fatto riprende il concetto di Friedman ( in questo caso si formulò l’espressione Helicopter drops). Ma è nel 2015 con la pubblicazione del testo ‘Between debt and the devil’ ad opera di Adair Turner che la teoria dell’Helicopter Money trova una elaborazione importante da parte di un economista che ha avuto un ruolo determinante nella gestione della crisi iniziata nel 2007-2008 (quando Turner era presidente della Financial Service Authority inglese). Secondo l’economista inglese il Quantitative Easing da solo non riesce a garantire uno stimolo sufficiente all’economia, e suggerisce che le aree economiche che si trovano in una situazione caratterizzata da bassi livelli di crescita, bassi tassi di interesse, debiti significativi, dovrebbero considerare l’ipotesi di creare moneta e distribuirla ai cittadini. La domanda di beni e servizi verrebbe stimolata in modo proporzionale al valore della moneta creata. Come potrebbe avvenire questo trasferimento? Riprendendo i suggerimenti di Turner, il meccanismo potrebbe richiedere un’emissione di un’obbligazione GOVT perpetua e con rendimento nullo ( o con rendimento legato ad un parametro come il tasso di crescita del PIL), che verrebbe acquistata dalla Banca Centrale. Il ricavato dell’emissione verrebbe gestito direttamente dal governo ( o meglio dal parlamento). Di fatto vi sarebbe un trasferimento dalla Banca Centrale sui conti correnti senza impatto sui bilanci dello Stato. Diverse sono le obiezioni che sono state formulate nel tempo da molti economisti. Le principali riguardano lo sconfinamento delle Banche Centrali nella politica fiscale, e, in Europa, ci potrebbero essere degli ostacoli aggiuntivi dati dai trattati europei che pongono dei limiti al finanziamento monetario esplicito del deficit pubblico. Ci sono poi obiezioni di natura più chiaramente politica come l’utilizzo che i governi potrebbero fare di questo strumento (utilizzando le risorse per scopi elettorali). L’esito del dibattito intorno alla teoria dell’Helicopter money sarà probabilmente anche determinato dall’evoluzione della crisi e dalla sua intensità. Un aspetto però, a mio avviso, rimane cruciale ed è la capacità di indirizzare le risorse generate da questo o da altri meccanismi verso l’aumento effettivo dei consumi, auspicabilmente all’interno di un piano organico di stimolo che favorisca i settori economici strategici e con prospettive reali di ripresa.